Opere - C'era una volta...

scheda del volume

titolo dell'opera: C'era una volta...
autore: Giuseppe Notaro
genere: autobiografico
casa editrice: La Procellaria
pubblicazione: novembre 1998
prefazione: Francesco Fiumara
pagine: 101
formato: 14 x 21
prezzo: £ 20.000 (€ 10,33) *

* Il ricavato del libro è stato devoluto dall'autore a favore della Fondazione Natuzza Evolo e della Casa dei Bambini di Goma (Congo).

La Procellaria Editrice

approfondimenti...

Natuzza Evolo

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Descrizione

   L'attesa di un bimbo in una coppia comporta emozioni straordinarie, difficilmente descrivibili. Ma cosa accadrebbe se la gioiosa attesa dovesse tramutarsi in un susseguirsi di difficoltà?

   Ne è venuta fuori una piacevole narrazione autobiografica, ambientata, in buona parte, al di là delle Alpi, che vuole testimoniare come nei momenti più bui della nostra vita esiste sempre un barlume di speranza a cui aggrapparsi.

"Come una fiaba, in uno scintillio di colori e di luci...
il miracolo e la storia di un bimbo."



Stralcio dell'opera

dal capitolo terzo

Entrammo in una minuscola stanza, disadorna, la cui finestra affacciava sulla strada principale del paese. Una piccola scala disimpegnava l'insieme dal piano di sopra dove, credo, la mistica vivesse; pochi oggetti ma molte immagini sacre, disposte un po' dovunque, richiamavano la semplicità e la spiritualità di quel luogo. Una donna di una certa età ci venne incontro. Era Natuzza.
 

"Ed è proprio la fede in Dio che mi fece conoscere Natuzza Evolo..."

dal capitolo quarto

All'uscita del Sempione mi sembrò tutto diverso: le case, le stazioni, le persone. Perfino la campagna attorno mi parve diversa. Il clima aveva subìto un brusco cambiamento, e la pioggia cadeva incessante. Il treno correva sull'orlo delle montagne: si vedevano, giù nelle valli, minuscoli villaggi, avvolti dalla furia dell'acqua che, diradandosi, lasciava scorgere le casupole e le guglie dei campanili; il lago sommerso dal vapore delle nebbia che saliva lungo le gole; e poi, immense distese di pascoli e la neve che imbiancava le cime più alte dei monti.

dal capitolo sesto

Berna, di notte, era uno spettacolo incantevole. La città sembrava avvolta da un velo di mistero e di magia.
Camminavamo, mia moglie e io, lungo la stazione, con le pesanti valigie, in cerca di una sistemazione per la notte. Eravamo un po’ stanchi. Le strade erano quasi deserte: di tanto in tanto si intravedeva, nel buio, l’ombra di un passante che in preda all’alcol si sorreggeva alla colonna di uno di quegli antichi palazzi. Era un contrasto in tutta quell’armonia di colori e di luci.
Raggiungemmo in un baleno il primo albergo vicino alla stazione. Non passò molto tempo che il sonno s’impadronì di noi.
Il sole del primo mattino ci svegliò d’un tratto. Corsi alla finestra e scrutai il cielo: era di un azzurro intenso. Mi era parso per un istante che quella città non conoscesse il sapore dell’estate. Uscimmo a fare una breve passeggiata nelle vicinanze del centro storico, soffermandoci davanti alle splendide vetrine e ad uno dei tanti caratteristici mercati, i cui colori spezzavano con il grigiore di quei palazzi. Poi, nel primo pomeriggio, il tram 9 ci condusse dalla Bahnhofplatz in direzione della Schänzlistrasse.
Percorremmo le vie più belle di Berna: la Spitalgasse, la Marktgasse, Kornhausplatz e, infine, la Kornhausbrücke. I monumenti, i negozi e le imponenti facciate degli antichi edifici, sfilavano dinanzi a noi in un carosello vertiginoso; l’Aare con il suo mormorio ci accompagnava lungo il percorso. Man mano che attraversavamo la città, contemplavo il pittoresco paesaggio: i quartieri medievali dai balconi fioriti, le vecchie strade a portici colorate da numerose splendide bandiere, la stupenda Cattedrale dall’inconfondibile stile gotico, la Torre dell’orologio con il famoso carillon del 1530 e, inoltre, il Palazzo del parlamento. Il sole di luglio li rendeva più scintillanti. Il grande ponte sull’Aare ci regalò un’immagine incantevole della città vecchia, nella quale cogliemmo una parte del fascino segreto di Berna.
L’annuncio dell’autista, al microfono, mi fece sobbalzare:
– Viktoriaplatz! – Eravamo arrivati, in soli pochi minuti, nei pressi del Viktoria–Spital. In altra occasione avrei fatto volentieri una passeggiata a piedi!
Scendemmo dal tram e cercammo in fretta una pensione per me, nei dintorni (non era facile lontani dalla città vecchia), comoda e piuttosto economica; dopo avrei accompagnato Lina in clinica. Guardammo attorno e scorgemmo alla fine di una scalinata un’insegna: “Pension”. Era proprio ciò che cercavamo.
Ci avvicinammo al grazioso portone laccato bianco, di stile inglese, e leggemmo una scritta elegante:
“M a r t h a h a u s”
– Guten Morgen! – esclamò la proprietaria del locale, venendoci incontro. – Was wünschen Sie? – domandò in lingua tedesca.
– Siamo italiani... – risposi alquanto impacciato.
Ella intuì il nostro disagio e ripeté con tono più gentile, in un italiano piuttosto comprensibile:
– Cosa volete, signori?
– Ein Zimmer... – pronunciai io, ostentando qualche parola in tedesco. Mi ero premurato, in previsione del viaggio, di imparare le frasi di uso più comune adatte ad ogni circostanza. – Vorrei una camera singola per me, per alcuni giorni, – spiegai meglio.
La stessa ci mostrò una cameretta, al piano superiore, semplicemente arredata e con un’ottima vista; in un angolo della stanza, vicino alla finestra, vi era una piccola toilette. Il prezzo, comprensivo della colazione del mattino, mi sembrò accessibile; per il pranzo e la cena, avrei provveduto diversamente. Quel luogo sarebbe stato il rifugio alle mie preoccupazioni, pensai. Mi avrebbe dato, inoltre, l’opportunità di riposarmi. Annuii e, dopo aver lasciato il mio bagaglio, proseguimmo per la Schänzlistrasse.

 

Dicono del volume...

     Raccolta recensioni
     Raccolta rassegna stampa

     Natuzza annunciò mio figlio - Il Quotidiano della Calabria



Incontri con l'autore - Eventi sul volume - Varie

   22 luglio 1999 - Apertura XXI Settimana Teatrale, Parco della Mondialità di Gallico. Conduttrice: Laura Sidari. Presentazione del volume e intervento dell'autore. Organizzazione: Associazione Culturale "Gruppo Teatro Libero Gallicese".

   15 maggio 1999 - Targa di riconoscimento all'autore dalla Scuola Materna "Heidi" di Gallico. Intervento della direttrice Franchina Romano.

  Ospite a Telespazio Calabria, Filo Diretto Quotidiano. Conduttore: Antonio Latella (in onda giugno 1999).