Descrizione
Silloge di racconti che propone flash di vita quotidiana, dove fantasia e realtà si intersecano in una miscela di valori che ne sono il risultato. Quei valori, al giorno d'oggi in fase di declino, dimenticati dalla metodicità della vita, i soli in grado di improntare la nostra esistenza in un luccicare di sane e palpabili emozioni. Il fattore cristiano è elemento conduttore dei racconti: nel momento in cui la razionalità si rivela insufficiente, la Mano Divina è la sola ad indirizzarci alla riscoperta del "vivere la vita" secondo i precetti cristiani, rispettandone, quindi, la sacralità.
Stralcio dell'opera
da "Il temporale"
Henry si era scolato fino all'ultimo goccio
di birra, quando pensò di rientrare a casa. Era ormai tardi e fuori era quasi buio. Il tempo non prometteva nulla di buono e, da
un momento all'altro, avrebbe potuto scatenarsi un acquazzone. Perciò prese l'auto e imboccò la strada che conduceva a Phoenix.
La città era distante un centinaio di miglia da quel locale, dove
era sua abitudine passare le serate, in compagnia di amici e di una bottiglia
di birra. (Era così che Henry trascorreva i suoi
"fine settimana"). In un baleno fu in aperta campagna. Le ombre
della notte discesero e avvolsero gli alberi. Mentre il chiarore
della luna proiettava attorno una luce soffusa che si incrociava con
i fari della sua auto. A un tratto una fitta
pioggia e un fulmine gli fecero gelare il sangue. «Devo fare presto», pensò. Poco dopo si scatenò una bufera. Henry cercò di guadagnare
tempo. Ma la visuale era scarsa e, quasi subito, non riuscì a vedere la
strada. Un bivio lo portò
in direzione diversa, in un piazzale dove sorgeva una casa. Sembrava
una villa dall'aspetto. Eppure, era passato tante volte da lì e non
si era mai accorto di quella abitazione. (Forse non era lo stesso luogo).
Era davvero strano. (O forse il sonno e il bicchiere di birra lo
avevano stordito, a tal punto, da fargli perdere l'orientamento).
«Devo assolutamente riparare in quella casa!» ripensò Henry. «Fino a che non si sarà calmato questo tempaccio».
Fermò l’auto davanti all'ingresso della villa, lasciando
accesi i fanali. Guardò attorno e si accorse che l'edificio era
abitato: una luce da una finestra gli fece credere che qualcuno fosse
sveglio. Si udiva una musica provenire dagli infissi. Henry ebbe un attimo di esitazione
nell’avvicinarsi al vecchio cancello. Ebbe come uno strano
presentimento. «C’è nessuno...?» chiamò. «C’è nessuno...?» urlò
Henry. Solo il vento rispose.
da "Il vecchio missionario"
Poi il vecchio missionario condusse
Adalberto in giro per il
parco.
– Cos’è quel viale? - chiese il giovane.
– Quel viale rappresenta la speranza nella fede! - disse lui. - Qui troverai
l’immagine di Cristo. In ogni angolo di questo parco vi è
rappresentato il mondo intero.
da "La stazione dimenticata"
Con il tempo Alessio incominciava a
considerare per Luisa qualcosa di più di un'amica. Era felice quando
poteva vederla anche per un istante e aspettava l'attimo in cui
quel treno che proveniva dal paese si fermava alla sua stazione o
ritornava verso casa. Quel posto era diventato complice dei loro
incontri. Alessio era quasi sempre solo alla stazione. In cuor suo pensava che
prima o poi Luisa gli avrebbe rivelato il suo amore; aveva finito
per crederci forse perché anche lui l'amava; era certo di essere
innamorato di lei, la pensava sempre quando restava da solo in quella piccola
stazione ed era felice quando poteva fermare quel treno che la
portava da lui. Era l'unica possibilità di vederla, di parlarle. A
casa, nel paese, era molto difficile.
Un pomeriggio Luisa arrivò alla stazione dopo alcuni giorni di
assenza, e Alessio la ritrovò accanto a sé. Era sempre bella. Ma un po'
pallida.
– Mi sei mancata molto!
– le disse Alessio.
– Purtroppo mi sentivo poco bene
– rispose la ragazza.
– Ti ho aspettata tutti i giorni, sai. Pensavo che tu non volessi più
vedermi.
– Anch'io pensavo la stessa cosa. Ma devo essere sincera, volevo
farlo.
– E perché?...
– le chiese Alessio.
– Ho paura che sia solo un sogno...
– rispose Luisa.
Alessio colse l'attimo per baciarla.
– Non è un sogno, Luisa...
– le sussurrò.
Fu un bacio dolcissimo e pieno d'amore. Luisa ricambiò quell'amore
che aveva dovuto nascondere per paura. Restarono stretti per qualche
minuto, poi il fischio del treno interruppe quell'intimità.
Passarono i giorni, poi improvvisamente Alessio dovette lasciare il
paese. Era stato trasferito giù in meridione. Vide per l'ultima
volta la bella Luisa. Si promisero amore eterno. Ma poi
quell'amore rimase solo un sogno.
Alessio ora pensa alla vecchia stazione. Sa che non è neanche più
una stazione. È solo un deposito di cose inutili. Non vi è più
nessuno ormai. Resta soltanto il sapore di un bacio dolcissimo in
quell'angolo dimenticato.
da "Il miracolo di Natale"
Pietro era un bambino di otto anni. Era
così sveglio che percorreva ogni giorno, da solo, la strada che lo
portava a scuola, dove frequentava la terza elementare. Era un itinerario che
conosceva a memoria, avendolo percorso per diverso tempo. I suoi
genitori, una famiglia dabbene, si fidavano di lui e, a dire il vero,
il
ragazzo non aveva mai dato pensiero. Andava e tornava da scuola
puntualmente. A volte si soffermava in qualche vetrina di giocattoli:
pensava alle luci dell'albero di Natale e al presepe che avrebbe
costruito assieme al suo papà e alla sua mamma. Altre volte guardava
quel piccolo bimbo, all'angolo della via che, accovacciato e infreddolito, chiedeva l'elemosina. Era lo stesso bimbo che vedeva
ogni giorno all'uscita della scuola. Il viso sporco dal fango e i
riccioli biondi. Lo osservava e pensava alla tristezza di quel
fanciullo.
Un giorno Pietro pensò di fermarsi a parlare con lui. L'aria era
fredda e la neve imbiancava le strade, mentre il profumo delle
ultime caldarroste inebriava i passanti. Pietro si avvicinò al
piccolo sconosciuto.
– Ciao! Come ti chiami?
– gli disse Pietro.
– Ciao!
– rispose il piccolo con un sorriso.
– Il mio nome è Davide.
– Io mi chiamo Pietro. Posso parlare con te?
– chiese il ragazzo.
– Certamente!
– Perché sei qui?
– Non vedi? Cerco qualche elemosina. Con
l'approssimarsi del Natale è più facile guadagnare qualcosa da
mangiare. Anche se la gente pensa solo a comperare mille cose,
qualcuno si accorge di me. Proprio come te.
– Ma sei molto piccolo! Quanti anni hai?
– chiese Pietro.
– Ho solo cinque anni.
– E i tuoi genitori ti lasciano qui da solo?
– Mio padre ha nolto lavoro da sbrigare in questi giorni. E mia madre deve badare ai miei fratellini
– rispose il fanciullo.
– Molto lavoro? E cosa fa?
– Il falegname
– rispose prontamente Davide.
– Il falegname? È un bel lavoro!
– E tu hai fratelli?
– chiese il piccolo Davide.
– No!
– rispose Pietro con un po' di tristezza.
Davide diede un piccolo morso a quell'avanzo di pane che gli era
rimasto.
– Non disperare!
– disse poi sorridendo.
Pietro ricambiò quel sorriso: si chiese se era davvero importante
avere un fratellino. Per quel fanciullo all'angolo della strada
forse quel tozzo di pane valeva di più! Anche il suo vestitino era
rattoppato.
Chissà, forse aveva solo quello! pensò Pietro, mentre la voce del
piccolo lasciava uno strascico di tosse. Pietro ebbe compassione per
quel bimbo infelice.
– Vuoi essere mio amico?
– gli chiese.
– Lo sono già!
– rispose Davide.
– Questa notte è Natale! Sarai con i tuoi genitori?
– No
– rispose il piccolo sconosciuto.
– Sarò qui a chiedere
l'elemosina.
– Poi tossì di nuovo.
– Con questo freddo? Non puoi stare qui con questo tempo! Ti
ammalerai!
– replicò Pietro, porgendogli la sua splendida sciarpa.
– Grazie! Sei molto gentile con me. Te la restituirò!
– disse il
piccolo Davide.
Il tempo passava velocemente e Pietro non si accorse che era già
tardi. Udì le campane della vecchia chiesa.
–
È tardi!
– disse al piccolo Davide.
– Devo proprio andare!
– Ci rivedremo, Pietro!
– rispose lui.
Dicono del volume...
Raccolta recensioni
Raccolta rassegna stampa
Un libro e i suoi giovani lettori - Famiglia Cristiana
Uno scrittore a scuola - Gazzetta del Sud
Il "Temporale" in una "Stanza" dello scrittore G.N. -
Gazzetta del Sud
Villa San Giovanni premia artisti e poeti - Il Domani della
Calabria
Notaro trionfa a Pontedera - Il Quotidiano della Calabria
Progetto "Incontro con l'autore"
Riconoscimenti e premi letterari
- Premio Internazionale "Città di Villa San Giovanni"
2001 (2° classificato).
- Premio "6° Concorso di Pasqua Andrea da Pontedera" 2002 (2° classificato).
- Premio Nazionale "Il Nuovo Fata Morgana" 2002, Reggio Cal. (3°
classificato).
- Premio "Victor Hugo" 2002, Luco dei Marsi (Premio
Speciale).
- Premio "Padus Amoenus" 2003,Sissa (primo premio speciale Calabria).
- Premio "Una grande storia d'amore" 2003 con il racconto "La stazione dimenticata", S.Margherita Ligure
(Menzione d'onore).
- Premio Nazionale "Belmoro" 2003, Reggio
Calabria (Segnalazione).
- Premio Internazionale "Arte e Cultura"
2004 con il racconto "Il temporale", Castel S.Giorgio (Segnalazione di merito).
Incontri con l'autore - Eventi sul volume - Varie
27 ottobre 2001 - Oratorio Salesiano di Gallico.
Presentazione ufficiale del volume. Relatore: prof. Francesco
Fiumara. Organizzazione: Associazione Culturale "Gruppo Teatro
Libero Gallicese".
1 dicembre 2001 - Istituto Tecnico Commerciale
"G.Ferraris" di Reggio Calabria. Aula Magna. Relatrice: prof.ssa Teresa
Calafiore. Coordinatrici
del progetto: docenti Teresa
Calafiore e Liliana Rattà.
8 aprile 2002 - Istituto Comprensivo "U.Boccioni" di
Gallico. Relatrice: prof.ssa Teresa Calafiore. Coordinatrici del
progetto:
docenti Erminia Battaglia e Angela Modafferi.
17 ottobre 2002 - Libreria Culture di Reggio Calabria.
Letture a cura del Laboratorio dell'Associazione Culturale "Anassilaos".
5 aprile 2003 - Istituto Magistrale "L.Nostro" di
Villa San Giovanni. Aula Magna. Relatore: Dirigente Scolastico prof. Enzo
Tedesco. Coordinatrici del progetto: docenti Claudia Cotroneo e
Ornella Scuderi.
27 maggio 2003 - Stanza "G.Trisolini", Rhegium Julii di
Reggio Calabria. Relatore: prof. Francesco Fiumara.
18 maggio 2003 - Movimento Socio-culturale "15 Ottobre" di Gallico.
Intervento dell'autore.
27 dicembre 2009 - Chiesa parrocchiale "San Biagio" di Gallico. Recital "La magia del Natale". Lettura del brano "Il miracolo di Natale".
Ospite a Telereggio, Corner. Conduttore: Gianni Citra (in onda novembre 2002).