Giuseppe Notaro
Giuseppe Notaro è nato e vive a Reggio Calabria. Laureato in Economia e Commercio ed in Giurisprudenza, ha svolto servizio in qualità di funzionario amministrativo presso il Provveditorato agli Studi di Messina e successivamente di Reggio.
Ha cominciato da giovane a dedicarsi alla musica leggera, partecipando, per la sezione cantanti, alla seconda edizione della Festa degli Sconosciuti di Ariccia, le cui selezioni si sono svolte presso gli studi della RCA di Roma, nonché alla selezione del concorso provinciale di arte varia indetto dall’ENAL Provinciale di Reggio Calabria, con l’allora esordiente Mino Reitano. Parallelamente ha frequentato lezioni di canto, iscrivendosi presso il Conservatorio di Musica "Arcangelo Corelli" di Messina.
Il 1998 segna l'esordio nella narrativa. Tra le sue pubblicazioni: "C'era una volta" (La Procellaria Editrice, 1998); "Il temporale e altri racconti" (La Procellaria Editrice, 2001); "La casa di Ánnie" (Ibiskos Editrice A.Risolo, 2004). Con Calabria Letteraria editrice del Gruppo Rubbettino "L'altro Vangelo", con trasposizione teatrale, (2008); "Una piccola storia" (2009); "Al di là del tempo" (2012); "Carine" (2013); "La ragazza con la valigia" (2015); "Vivienne Lynch" (2017); "Un amore" (2018; "Accadde una notte" (2020).
Fresco di stampa, nel 2022 pubblica il romanzo "Innamorarsi".
Nel 2009, cura la pubblicazione del volume di poesie della madre, Bianca Nirta Notaro, "Nel mare dei ricordi", edito da Leonida Edizioni.
Ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui il Premio "Reggio Calabria Day" per la scrittura; nonché il Premio
speciale Padus d'oro del Comune di Sissa: Gran Targa "Bianca Marconi
Giordano", per gentile concessione del giornalista Rai, Augusto
Giordano, per il volume "L'altro Vangelo".
Nel 2010 gli è stata conferita la nomina ad “Accademico d’Onore”
dell’Accademia “Il Rombo” di S.Cipriano d’Aversa, per il volume "Una
piccola storia".
I suoi libri sono stati oggetto di discussione in vari incontri letterari e adottati quali testi scolastici.
Ha fatto parte della commissione giudicatrice della prima edizione del concorso di poesia "Per te mamma..." riservato agli alunni della scuola primaria del Circolo Didattico di RC Gallico.
E' stato ospite di Tv e radio locali ed i suoi volumi sono stati recensiti da quotidiani e riviste anche a carattere nazionale.
Alcune delle sue opere sono state presenti alla fiera del libro di Torino e Roma.
Nel 2014 gli è stato assegnato, dalla giuria facente capo all’Associazione culturale Tre Quartieri, il Premio Speciale Gallico.
Nel 2016, in occasione della presentazione del libro "La ragazza con la valigia" presso la sala biblioteca del Palazzo della Provincia di Reggio Calabria, gli è stata conferita, a nome del Consiglio Regionale della Calabria, una targa di merito.
Nel 2017 gli è stato conferito per la scrittura il Premio Giuseppe Calogero, presso il salone della cultura del Palazzo “Corrado Alvaro” della Città metropolitana di Reggio Calabria.
Aggiornamento biografia: maggio 2022
Dicono di lui...
Giuseppe Notaro scrive cose belle per scopi nobili, con un pizzico di suspense e una prosa limpida, scorrevole, piacevole, sostanziata da una manifesta nostalgia per i valori dimenticati che rivivono nei suoi racconti velati di mistero. (Da "Il Bollettino Salesiano")
Giuseppe Notaro, si configura come uno scrittore geniale, abile nel districarsi tra realtà e immaginazione, adoperando un registro letterario assai difficile e, per questo, comune a pochi. (Da "Calabria Ora")
Giuseppe Notaro si rivela scrittore operoso, incline a valide esperienze letterarie, geniale nella inventiva, sapiente nel costruire figurazioni, immagini ed ambientazioni sino a rendere il libro un vero capolavoro della narrativa contemporanea. Singolare nella sua individualità, Notaro è autore prolifico, creatore di archetipi fondamentali dell’uomo e del suo animo. (Da "Il Bollettino Belmoro")
Letterato reggino operoso, geniale nella “inventiva”, abile nel districarsi tra realtà e immaginazione. Creativo nel suo io sino a rendere i suoi libri veri capolavori della narrativa contemporanea. (Motivazione della giuria - Premio "Reggio Calabria Day - V edizione 2008")
Giuseppe Notaro, scrittore versatile, concreto nell'ispirazione di alti valori morali, cosciente della realtà, affronta tematiche ricche di sentimento e verità. Consapevole indagatore dell'animo umano, disegna figure correnti e attive, pronte a sacrificarsi per il bene comune. Egli celebra la purezza dell'interiorità che si esprime attraverso il senso religioso. Questo è presente in ogni sua opera, anche in quelle in cui la fantasia si integra nell'immediatezza del racconto. I suoi personaggi sono ricchi di onestà e mirano al bene costruttivo. Fantasia e realtà si mescolano in una sapiente sintesi innovativa che conferisce efficacia al racconto. Emozioni e sensazioni costituiscono il "pathos" che accompagna una narrativa densa di immagini vivide e solerti. I personaggi, nitidi, mettono a nudo l'anima ed il cuore. Il linguaggio, semplice e chiaro, è scorrevole e versatile e disegna paesaggi ricchi di una sinuosa descrittività. E' scrittore amorevole, composto, mai ripetitivo, ingegnoso, pertinente nella sapiente realizzazione di ogni suo lavoro. (Rossana Rossomando)
Per l'ottimo livello della produzione letteraria. (Motivazione della giuria - Premio speciale Gallico 2014)
Che con la sua passione per la letteratura trasmette, alle nuove generazioni, i valori della cultura. (Motivazione del riconoscimento conferito dal Consiglio Regionale della Calabria)
Figura di scrittore sensibile e aperto alle problematiche della nostra terra. Le sue pubblicazioni, in particolare romanzi testimoniano, in termini narrativi, la dimensione di valido e attento cultore dei più autentici valori socio-letterari, culturali in una parola. (Motivazione della giuria - Premio “Giuseppe Calogero” 2017 (XXX edizione)
Ancora una volta Notaro ha realizzato qualcosa di originale che fa rivivere il profilo misterioso delle favole accompagnando il lettore con una scrittura sapiente e garbata. (Anna Maria Immesi)
Il suo scrivere è divino, a me piace in modo particolare (Elettra Smorto)
Oltre la letteratura...
Diario della mia avventura musicale
Festa degli sconosciuti.
Anno 1962. Dal mio diario.
Giungo presso gli studi della Rca di Roma, dove dovranno tenersi,
nella mattinata, le selezioni della seconda edizione della Festa degli
sconosciuti. Siamo in molti. Arriva dopo un po' il mio turno. Vado
al piano di sopra per essere ascoltato. Ripasso nella mente la
canzone che dovrò presentare: “Musica mia”. Per le scale incrocio
Jimmy Fontana.
È proprio lui, mi dico. Busso alla porta e
qualcuno mi apre. Entro in un saloncino. Timidamente, raggiungo la
persona seduta al pianoforte e le do lo spartito. "Musica mia", dico
a costei, che mi guarda. "Bene", mi risponde, dopo aver poggiato lo
spartito sul leggio. Due signori, seduti di fronte, fanno cenno di
cominciare. Uno è Teddy Reno, il patron del concorso; l'altro non
so. Noto che non c'è un microfono. Dovrò quindi alzare la voce. Il
pianista (oggi scopro che era Stelvio Cipriani, incaricato delle
prove) intona l'inizio. Poi tocca a me. Infine, dopo un "va bene" di
circostanza, torno giù ad aspettare, assieme agli altri, il
risultato. Nel frattempo ci offrono un piccolo buffet, e un 45 giri
di Nico Fidenco per ricordo. Dopo un po' ci chiamano. Nell'ampia
sala di registrazione, Teddy Reno, dalla regia, comunica i nomi di
chi andrà in finale ad Ariccia. Sento un nome tra i pochi:
"Rita Pavone" (allora esordiente). Il mio purtroppo non c'è. Non me
ne faccio un problema...
Diario della mia avventura musicale
In cerca del successo.
Anno 1962. Dal mio diario.
Nella mia esperienza canora ricordo
quando, appena ventenne, lasciai Reggio Calabria per recarmi a Roma in cerca
del successo. Faccio un'audizione con esito positivo con il maestro Gianni Ferrio,
direttore d’orchestra (allora celebre) della Rai Tv. Mi prova
accompagnandomi al pianoforte, presso la sua lussuosa villa di Roma.
Provo con una canzone che ho presentato alle selezioni della seconda Festa degli sconosciuti dello stesso anno. Quest'ultimo mi dice che
avremmo potuto riparlarne dopo; in autunno meglio. A distanza di
poco tempo, faccio un'altra audizione, presso gli studi della Titanus, con il maestro Franco Pisano (anche lui celebre della Rai Tv),
venuto a Reggio Calabria per
condurre le musiche di Canzonissima. Fa parte della sua
orchestra (l'allora) mio cugino Gino Marinacci, sassofonista, che
rivedo per l’occasione. Franco Pisano, dopo avermi
ascoltato, durante la mia permanenza nella Capitale (ero riuscito a
strappargli un appuntamento quando era venuto nella mia città), si esprime anche
lui favorevole nei miei confronti, suggerendomi di prendere
lezioni di canto per migliorare la voce. Ma stare a Roma è abbastanza costoso; per cui
devo interrompere tutto.
Sicuramente, non è questa la mia vita... Fa niente.
Diario della mia avventura musicale
A Studio Uno.
Anno 1962. Dal mio diario.
Durante il periodo che stetti a Roma, in cerca del successo, ebbi la
felice occasione di assistere, presso gli studi televisivi di via
Teulada, alle prove di “Studio Uno”, trasmissione andata in onda nel
1962 con le prime puntate. Cito quest'evento, per l’opportunità
che avrei avuto di ottenere ciò che desideravo. Ricordo che vi andai con un amico, anche
lui di Reggio, che lavorava come referendario presso l'ufficio della
Corte dei Conti della Capitale. Ci presentiamo,
perciò, alla persona addetta alla lettura del Telegiornale che è
Marco Raviart. (Era stato grazie a una circostanza che egli aveva acconsentìto
a
riceverci). Chi meglio di lui può aiutarmi a raggiungere lo scopo?
In portineria, notiamo Ave Ninchi (famosa per essere protagonista,
con Totò, di molti film di successo) e Fabrizio Capucci (ex marito
di Catherine Spaak). Andiamo, senza perdere tempo, a cercare Marco
Raviart, che ci accoglie garbatamente. Lo stesso è ben lieto di
poterci spiegare, in pratica, come si svolge la lettura del
Telegiornale. Ci mostra una preview di come si sarebbe visto ciò che
avrebbe dovuto leggere e, dopo, un secondo schermo dell’immagine in
tempo reale. Quindi va in trasmissione.
Rimaniamo a guardarlo. (Allora il
Tg era svolto da lettori e non dagli addetti alla stampa). Ci chiede
alla fine, per farci cosa gradita, se vogliamo assistere alle prove per la
registrazione di Studio Uno, che si tengono, guarda caso, in
quell’ambito. Ma ci prega, anche, di non farci notare. In silenzio
andiamo a sederci, io e il mio amico referendario, nelle poltroncine
dello studio libere dove, dopo qualche minuto, è dato inizio
alle prove di registrazione, con la sigla del balletto di Don Lurio.
In quell'attimo, dimentico la ragione che mi aveva spinto a recarmi
negli studi tv. Non mi pare vero. C’è Mina che canterà...
Diario della mia avventura musicale
Mi iscrivo alla scuola di canto.
Anno 1962. Dal mio diario.
Incoraggiato dalle parole di Franco Pisano, prendo
lezioni di canto presso un maestro di Roma, che mi riceve nella sua
abitazione, sita nelle vicinanze di via Tuscolana. Ma solo dopo
poche lezioni mi vedo costretto a rinunciare alla mia permanenza
nella Capitale. Torno, quindi, a Reggio deluso ma non sconfitto. Mi
iscrivo, subito, presso il Conservatorio di musica "Arcangelo
Corelli" di Messina, dove prendo lezioni di canto lirico. Prima,
però, devo superare gli esami per essere ammesso. Ricordo ancora
quel giorno in cui mi presentai davanti a una commissione, presieduta
dal Direttore in persona. Purtroppo mi sfugge il nome dello stesso.
Superati gli esami e, dopo aver smaltito la gioia che trapela dai
miei occhi, inizio le lezioni, con i vocalizzi, pensando di tornare
a Roma, quanto prima, deciso a raggiungere lo scopo. Il successo
è ora a portata di mano. Ma, poco dopo, devo ricorrere alle cure di
uno specialista per problemi alla gola. In concomitanza, una
comunicazione che mi perviene da parte del Ministero della Pubblica
Istruzione, per essere vincitore di un concorso, a Messina, svolto
precedentemente, cambia l'itinerario della mia vita. Per cui decido
di accettare la nomina. Il successo non è tutto oro, mi dico, mentre
ripiego il foglio dello spartito di “Musica mia”.